Come coltivare il finocchio selvatico

1/10 – Introduzione

Il finocchio selvatico, conosciuto anche come finocchietto o finocchio amaro, è un’erbacea perennemente vigorosa della flora mediterranea e dell’Asia meridionale. Costituita da radici profonde, ama le zone soleggiate e costiere ed in natura può raggiungere un’altezza di circa 2 metri. Coltivare questa preziosa e decorativa aromatica dalle grandi proprietà curative (digestive, diuretiche ecc.) è davvero semplice: di seguito le indicazioni passo per passo, dalla semina alla raccolta dei semi su come coltivare tale erbacea.

2/10 Occorrente

  • semi di finocchio selvatico (o Foeniculum Vulgare)
  • terriccio drenante
  • barattoli di vetro per la conservazione
  • sacchetti adatti al congelamento

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LA SEMINA. Si semina in primavera, in semenzaio o direttamente in situ, avendo l’accortezza di scegliere un substrato di coltura soffice, ben drenato. L’insuccesso nella coltivazione di questa aromatica è dovuto al ristagno idrico. È indicato dunque bagnare con moltissima parsimonia e mantenere in luogo caldo e asciutto, ma allo stesso tempo al riparo dai raggi diretti del sole fino a germinazione.

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IL DIRADAMENTO. Questa operazione, serve a selezionare le piante più sane garantendo così un successo assicurato. Quando le piantine inizieranno a sbucar fuori ed avranno prodotto la terza o quarta foglia, bisognerà estirpare quelle dall’aspetto più debole e rovinato, bagnarle leggermente ed esporle al sole diretto.

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IL TRAPIANTO A DIMORA. Se si sceglie la moltiplicazione in semenzaio, non appena le piantine avranno superato i 10-15 cm d’altezza e potranno quindi essere maneggiate facilmente, sarà necessario trapiantarle in piena terra, in una zona molto soleggiata e alla distanza di almeno 30 cm l’una dall’altra per creare lo spazio giusto tra pianta e pianta.

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LE NORME COLTURALI. Il finocchio selvatico non ha bisogno di cure particolari se non l’annaffiatura leggera in caso di periodi particolarmente secchi, l’estirpamento delle malerbe fra le fila e un occhio vigile per individuare tempestivamente eventuali malattie che possano colpirlo. In caso di attacchi fungini o parassitari, e visto il fine della coltivazione, è il caso di usare solo rimedi naturali (aceto e acqua per esempio) non offensivi per l’uomo o comunque con un brevissimo periodo di carenza, evitando d’intervenire sulle infiorescenze e riducendo le percentuali di anticrittogamici e funghicidi da disciogliere in acqua.

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LA RACCOLTA. Ogni piccola parte del finocchio, è apprezzata per il forte aroma ed il caratteristico sapore. È il caso quindi se si vuole adoperare fresca in foglie, di scegliere solo le cime più tenere e di nuova vegetazione, ed estirpando man a mano i fiori, per evitare che prendano un sapore amarognolo. Se invece si decide di raccoglierne i semi, bisognerà attendere che i fiori vadano a maturazione a fine estate. In questo caso, è opportuno tagliare le infiorescenze prima che i fiori dissecchino del tutto e porle in luogo ventilato fino al completo sviluppo dei semi.

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LA CONSERVAZIONE. Le foglie fresche si possono congelare in freezer in appositi sacchettini, precedentemente lavate e accuratamente asciugate, oppure sott’olio o sott’aceto, avendo l’accortezza di sterilizzare i barattoli come per le classiche conserve. I semi invece, vanno posti in vasi di vetro a chiusura ermetica per preservarne l’aroma e possibilmente al riparo della luce del sole, per mantenerne vivo il colore.

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Il finocchio è utilizzato nell’industria alimentare per insaporire insaccati, per aromatizzare liquori, biscotti e focacce, per la preparazione di miscele d’erbe aromatiche, per arrosti di carne ecc. È utilizzato fresco in cucina per aggiungere sapore e profumo alle insalate o alle minestre invernali.

10/10 Consigli

  • Se non si desidera che da pianta ricercata divenga un’erbaccia infestante, togliete le infiorescenze prima che i semi giungano a maturazione. Non attendete quindi che i fiori siano secchi, altrimenti vi sarà impossibile contenerne poi la diffusione.

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