Come fare il terriccio

1/7 – Introduzione

Il terriccio che si utilizza generalmente per i vasi delle piante che teniamo sul balcone, sul terrazzo e in casa deve essere un po’ diverso da quello che le stesse piante originarie trovano in natura. Questo semplicemente perché le condizioni climatiche e ambientali delle aree confinate sono molto diverse da quelle del giardino, a cominciare dall’umidità e dalla luminosità. Questo è il motivo per cui in commercio è possibile trovare molti terricci per vaso già pronti all’uso per la coltivazione in vaso: alcuni di essi sono di origine naturale, mentre altri derivati da prodotti di sintesi. Ancora, ne esistono di ‘universali’ e di specifici per particolari tipi di piante: per esempio, quelli adatti per le acidofile sono più o meno ricchi di concime. Attraverso i passi seguenti ci occuperemo di capire come fare il terriccio, in maniera tale da renderlo adatto alla tipologia di pianta che coltiviamo e alle condizioni climatiche e ambientali in cui si svilupperà.

2/7 Occorrente

  • Terra da giardino
  • Torba
  • Sabbia
  • Perlite e vermiculite
  • Foglie e aghi di pino
  • Compost

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Come avrete capito, un buon terriccio per i vasi però è possibile prepararlo anche da soli, miscelando gli ‘ingredienti base’ in funzione della pianta che dovrà sostenere. Questo è probabilmente il sistema più economico per avere dei terricci perfettamente adatti alle singole essenze, senza dover acquistare tanti sacchetti diversi, che in buona parte resteranno inutilizzati. Vediamo meglio quelli che sono gli ingredienti base che possiamo tenere a disposizione sul balcone. Il primo è rappresentato dalla terra da giardino: si tratta di un elemento piuttosto facile da procurare e rappresenta sicuramente il punto di partenza per la preparazione del terriccio per i vasi; inoltre, può costituire di per sé il substrato naturale di molte specie. È necessario, però, esaminarla con cura: una buona terra da giardino da usare nei vasi, infatti, non deve contenere sassi o pezzi di radici (mondatela prima dell’uso) e dovrebbe essere costituita da: 50% circa di sabbia, 25-30% circa di limo (vedi torba), 15-20% di argilla, 10-15% di sostanza organica decomposta. Se questi elementi non sono perfettamente bilanciati nella terra che avete a disposizione o se la pianta che andrà nel vaso presenta delle altre preferenze, potete provvedere da soli alle correzioni necessarie.

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Qualora il terriccio risultasse troppo duro, sarà indispensabile aggiungere delle torba, in maniera tale da renderlo più soffice: questo risulta essere più adatto per la semina e l’impianto delle talee. Tenete presente, inoltre, che diverse piante richiedono la presenza di torba nel terriccio in quantità maggiore rispetto a quella che si può già trovare nella terra da giardino, quindi potrebbe essere necessario aggiungerla. La torba comprende anche il limo, che di fatto è una torba sedimentaria, e in commercio viene classificata in relazione al colore e al grado di macinatura che ne determina la struttura. Le torbe che risultano essere più adatte per le piante in vaso sono quelle bionde a grana grossa, che consentono un buon passaggio dell’aria e una discreta ritenzione dell’acqua. Le torbe scure, invece, sono meno adatte ai vasi e possono essere miscelate con sabbia e perlite. Al contrario della torba, l’argilla cotta serve per dare consistenza a terricci troppo leggeri: questa deve essere confusa con l’argilla espansa e ha il compito di aumentare la compattezza del terriccio assieme alla capacità di trattenere l’acqua. Il terriccio di foglie, invece, è una composizione che ci si può preparare da soli in una cassetta sul balcone, oppure sul terrazzo, mescolando della terra e delle foglie di alcuni alberi, in particolare faggio e pino. Può essere usato da solo oppure mescolato a torba per le piante che vogliono un terriccio soffice e ricco di sostanze nutritive, oppure per ammendare una terra da giardino troppo magra. Il terriccio di aghi di pino risulta essere maggiormente adatto alle piante acidofile, meglio però evitare gli aghi di Picea e Abies perché contengono troppa resina. Prestate molta attenzione però, perché raccogliere foglie nei boschi è vietato dalla legge. La corteccia invece, la si può trovare in commercio (spesso con il nome di bark) ed è bene che venga adeguatamente trattata per eliminare le sostanze resinose. Questa viene utilizzata per migliorare l’assorbimento dell’acqua e il passaggio dell’aria; inoltre, possiede delle buone capacità di trattenere l’umidità e di solito si usa per correggere la torba. La sabbia, invece, viene solitamente usata per correggere la torba o altri materiali organici, in modo tale da rendere il terriccio più drenante, ma può essere usata anche da sola per la messa a dimora di talee con l’aggiunta di concime. La sabbia più adatta è quella fine di fiume, di colore grigio chiaro senza ghiaia.

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Perlite e vermiculite, invece, sono dei materiali inorganici che si ottengono da alcune rocce. Servono per conferire al terriccio una maggiore sofficità, permeabilità ed aerazione, soprattutto per la semina e la radicazione. Il compost, invece, è il fertilizzante che viene ottenuto dalla decomposizione naturale delle sostanze organiche, tramite l’azione combinata di ossigeno e batteri. Viene utilizzato per ingrassare il terriccio e per mettere subito a disposizione delle piante gli elementi nutrivi di cui hanno bisogno, e che poi potranno essere solamente integrati con la concimazione. Il compost può essere acquistato in sacchetti (e in questo caso sarà indispensabile leggere con molta attenzione la composizione descritta sull’etichetta), ma è possibile anche farlo da soli con il compostaggio domestico sul terrazzo. Una cosa importante da conoscere prima di mettere a dimora le piante è il ph del terriccio che avete preparato: è proprio da questo, infatti, che dipende la fertilità chimica del terreno. La maggior parte delle essenze gradisce un ph attorno alla neutralità (che nella scala da 0 a 14 significa attorno al 7), ma ci sono per esempio le piante acidofile che chiedono un po’ di acidità (erica, rododendro, azalee…). Anche per la misurazione del ph del terriccio si può agire in maniera autonoma procurandosi cartine tornasole, acqua distillata e dei piccoli contenitori disponibili in farmacia o nei negozi specializzati. Oppure, più semplice, procuratevi un misuratore analogico di Ph del terreno.

6/7 Guarda il video

https://www.youtube.com/watch?v=eJs2U1pwtLk

7/7 Consigli

  • Preparate il terriccio in base alla tipologia di pianta e alle condizioni ambientali

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