Come fare un disegno con l’inchiostro di china

1/7 – Introduzione

L’inchiostro di china permette di fare disegni con un dettaglio incredibile, anche grazie all’uso di pennini sottilissimi, creando tessiture affascinati. Si tratta di una tecnica che permette anche a chi non è molto esperto di ottenere ottimi risultati, perché guardando le opere dei grandi disegnatori ci si accorge che ombre e curve si intersecano in maniera semplice e molto intuitiva. Vediamo quindi come fare un disegno con l’inchiostro di china. Da qua si parte per comprendere anche altre tecniche come quelle su metallo, rame in particolare e legno.

2/7 Occorrente

  • Inchiostro di china
  • Pennino per inchiostro
  • Pennellino sottile
  • Alcool
  • Acido
  • Piastra di rame
  • Carta liscia

3/7 – Che carta scegliere

Innanzitutto per disegnare ci occorre ovviamente l’inchiostro di china, che al giorno d’oggi si può trovare di diverse tonalità e persino dorato e argentato, quindi ideale per alcune finiture. Una volta era disponibile sono in nero, per la sua finezza, ma la tecnologia per le arti grafiche ha fatto passi da gigante. Per il disegno su carta è necessario un foglio di carta liscia perché l’inchiostro segue le fibre e su quelli per la matita può dare problemi. La grammatura del foglio deve essere alta, perché i pennini possono strappare quelli sottili, se non si è molto esperti. Naturalmente si può scegliere anche di usare chine in penne chiuse, con la punta stondata, che sono più semplici ed economiche.

4/7 – Come si comincia

Si parte facendo una bozza a matita su un foglio a parte, per definire ombre e volumi. I disegni a china infatti permettono di creare tessiture molto più complesse rispetto a quelli a matita, anche nel caso di policromia. Con la bozza già pronta si riporta il disegno con una matita leggera e facile da cancellare sulla tavola su cui si va a lavorare e si tracciano prima i contorni. Quest’operazione è particolarmente delicata perché a seconda del tipo di approccio è che si ha con la china i contorni possono essere chiusi e definiti oppure semplicemente tratteggiati. A riguardo conviene osservare alcune tavole di autori esperti per capire che tipo di approccio si preferisce. Alcuni, tra l’altro, optano per fare prima il riempimento e dopo i contorni, sempre rispettando quelli fatti a matita.

5/7 – Finire il lavoro

Dopo aver definito i tratti fondamentali si inizia il riempimento. Le tecniche non si possono di certo ridurre a pochi passaggi, ma di solito si usano tratti brevi che seguono le curve principali dei volumi nel disegno. Una volta stabilite le curve principali si passa a aggiungere dettagli sempre più densi creando le zone di ombra. I tratti brevi consentono di realizzare incroci molto sottili che definiscono le ombre con un certo senso di movimento, mentre quelli grandi sono più statici. Di solito si fanno prima le linee minori e poi si definisce lo scuro definitivo con il pennino grande. Per le parti colorate invece, conviene usare il pennino per fare i riempimenti, con un effetto trasparente e molto suggestivo.

6/7 – Usare altre tecniche

La china si può anche utilizzare per le finiture sul legno e persino su fogli di rame. In questo caso però conviene utilizzare pennelli e non pennini perché si rischia di rovinare la punta. Per il rame si può anche utilizzare una tecnica che impiega un materiale acido speciale per la rimozione di alcune parti della superficie. In sostanzia il positivo del disegno si fa con una vernice e si mette il tutto a bagno in un solvente è particolare, poi si rimuove la tinta e si fanno le finiture con uno smalto lucido. Le parti corrose, invece, vengono rese scure con la china per un effetto più antico. Questa tecnica però è piuttosto complessa ed anche un po’ pericolosa, non adatta per principianti. Si può anche applicare la china sul legno, ma non è molto conveniente, a causa della natura fibrosa di questo materiale.

7/7 Consigli

  • Si possono usare sia pennini aperti che con serbatoio, ma quelli classici sono i più eleganti
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