Come ottenere un bonsai da talea

1/6 – Introduzione

La tecnica del bonsai deriva dalla tradizione giapponese, e permette di coltivare alberi in miniatura seguendo un procedimento di potature controllate di radici e chiome. Si impedisce in questa maniera lo sviluppo in altezza della pianta, che viene mantenuta ad un altezza di un’ottantina di centimetri, in media, anche se si trovano bonsai anche minuscoli, che però sono estremamente fragili e devono essere accuditi con cura per non farli soffrire troppo. Se volete imparare come ottenere un bonsai a partire da una talea, con questa breve guida vi darò alcune indicazioni importanti da seguire. Non è una cosa molto difficile ma siccome la pianta subisce molti traumi, è opportuno stare molto attenti per evitare che secchi oppure che si ammali nel corso di questa operazioni. Vediamo quindi come ottenere un bonsai da talea cioè partendo da una parte di una pianta madre.

2/6 Occorrente

  • Vaso a cassetta e vaso piccolo
  • Forbici ben affilate
  • Terra
  • Ormoni radicanti
  • Umidità costante – luce – temperatura idonea

3/6 – Cercare un esemplare

Si inizierà il procedimento menzionato, per ottenere un bonsai dalla talea, individuando un buon albero madre dal quale ricavarla. Generalmente i più adatti alla talea, sono alberi quali l’acero (sia normale che dalle foglie rosse, ossia acero giapponese), il salice, il carpino, l’azalea (dalla ricca fioritura), il ginepro, il cipresso (adatto per creare boschetti). La talea si può ricavare dal fusto, dalla foglia o dalla radice di una pianta. Bisognerà raccogliere una talea con un piede di legno più vecchio, staccando il fusto giovane dal più vecchio, utilizzando un coltellino acuminato o delle forbici ben affilate e sterilizzata. Non cercate di fare talee di quercia o di leccio perché non porterà ad alcun successo e la pianticella morirà, infatti per queste essenze è sconsigliato cercare di fare bonsai. Nel dubbiosi consiglia di consultare una guida sulla propagazione per talea e vedere se la pianta che ci piace tollera questa tecnica.

4/6 – Trattare le talee

Il piede di legno più vecchio dovrà rimanere ancora in questa seconda fase. Esso infatti non dovrà essere rimosso fino all’inserimento nel terreno. Dovremo dividere idealmente in tre parti il fusto ottenuto e asportare tutte le foglie che si trovano sulla terza parte inferiore del ramo. Le foglie rimaste, quelle nelle sezioni superiori, dovranno essere spuntate all’incirca alla loro metà, in modo da ridurre al minimo l’evaporazione della pianta conservando più energie possibili. È consigliabile utilizzare degli ormoni radicanti acquistabili nelle agricole o dai fioristi, per favorire la radicazione della talea. Si tratta di un composto in polvere che deve essere applicato sulla parte recisa che lo assorbe. Questo medicinale provvede a stimolare la cicatrizzazione, impedisce la formazione del marciume e spinge lo sviluppo delle radichette necessarie perché la pianta diventi indipendente. Prestate attenzione alla formazione di muffe e funghi. Conviene eliminare le piantine infettate.

5/6 – Interrare le talee

A questo punto si dovrà eliminare il piede di legno più vecchio per poi procedere all’inserimento delle talee nel terreno: utilizzare più talee per aumentare le possibilità di successo. Inserirle nel terreno fino ad un terzo della loro lunghezza. Per lasciare più spazio tra una talea e l’altra è meglio adottare dei contenitori rettangolari (vasi a cassetta) se possibile non in legno perché potrebbero favorire lo sviluppo di muffe. Le talee dovranno essere ben distanziate e inclinate rispetto al terreno in modo che le foglie non si tocchino e non si rubino luce e calore tra loro. Il terreno dovrà essere mantenuto ad una temperatura ottimale di 16-18 °C, in costante stato d’umidità. L’ideale per queste operazioni è quindi un ambiente da serra, che si può anche solo ottenere con un telo di nylon su un terrazzo abbastanza soleggiato. È preferibile coprire le talee con un sacchetto di plastica trasparente in grado di determinare una situazione di umidità stabile, atta a favorire la radicazione ma si deve verificare piuttosto spesso che non si formino muffe grigiastre oppure nere. Le giovani piante andranno tenute al riparo dal vento e necessiteranno di alcune ore di luce e sole schermato, senza far mai asciugare completamente il pane di terra. A radicazione avvenuta potranno essere trapiantate in vasi singoli, dove inizierà il processo di strutturazione del bonsai per conferirgli la forma desiderata.

6/6 Consigli

  • Procedere piantando la talea in un terreno che risulti dalla composizione di torba, sabbia grezza e ghiaietta
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