Come progettare un giardino zen

1/7 – Introduzione

Le persone appassionate di giardinaggio sono numerose e alcuni prediligono ricavare un orticello (anche in città) rubando una piccola quantità di spazio al balcone o terrazzo: gli altri, invece, adorano molto le piante grasse e succulente oppure preferiscono nascondersi dietro enormi siepi frangivento o pannelli frangivista (per mantenere a bada quei vicini maggiormente indiscreti).
Attualmente, parecchi italiani decidono di creare il meraviglioso giardino zen (magari dopo un soggiorno nell’Estremo Oriente), il quale rappresenta un luogo verde della propria casa e un microcosmo racchiudente significati, simboli e filosofie di vita.
Per progettare e dedicarsi alla cura di un qualsiasi giardino zen, sarà necessario sposare una forma mentis specifica: i tratti principali dovranno essere l’essenzialità, l’eleganza e la presenza di pochi elementi, collocati in modo precisa e ordinato.
Anche la filosofia di vita di colui che sceglie d’intraprendere questo percorso dovrà essere scarna di cose frivole: nella seguente pratica e interessante guida che verrà esplicata nei passaggi successivi, quindi, vi fornirò qualche indicazione su come bisogna progettare correttamente un magnifico giardino zen.

2/7 Occorrente

  • Giardiniere competente
  • Carta e penna
  • Muschio
  • Pietre
  • Laghetto o cascata
  • Piante e alberi

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Qualora abbiate già letto svariati libri o numerose riviste sulla cultura giapponese e sul posizionamento dei vari elementi nel giardino zen, avreste l’opportunità di provare a progettarne uno in maniera completamente autonoma.
Comunque, sarebbe abbastanza utile osservare dal vivo alcune realizzazioni fatte molto bene, sia all’estero che nella Penisola Italiana: ad esempio, il giardino zen del Tempio di Daitoku-ji situato nella città giapponese di Kyoto è uno dei più spettacolari al mondo.
Nel caso in cui riteniate di non possedere le giuste competenze in materia, invece, potreste rivolgervi ad uno specialista del settore, ovvero un giardiniere che si intenda di queste tipologie di progettazioni.

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Nella fase progettuale, sarà essenziale procedere con carta e penna, disegnando in modo scrupoloso la configurazione che dovrà avere l’area dedicata al giardino zen: precisamente, occorrerà fare un elenco degli elementi (oggetti, piante o sassi) che andranno a riempire ciascun spazio e scegliere accuratamente la propria collocazione, in maniera che possano donare la pace e l’armonia.
Per definizione, il giardino zen (meditazione) è minimalista, ovvero le piante e gli alberi non sono essenziali: basterà pensare che, in tanti giardini di questa tipologia, l’unica forma vegetale presente è rappresentata dal muschio, adagiato sulle rocce o sulla sabbia (cose solitamente molto ricorrenti).

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Le pietre (sotto forma di sassi o mattonelle) devono essere messe secondo la simbologia che si desidera adottare: disposte lontane simboleggerebbero la solitudine, mentre accostate vicine avrebbero una sensazione di unione e buone relazioni sociali.
Una disposizione delle pietre a mò di sentiero, invece, rappresenterebbe la via da percorrere per raggiungere la totale armonia.
Un ulteriore elemento fondamentale del giardino zen è l’acqua e il proprio scorrere serve a rilassare il corpo e la mente: se avete uno spazio adeguato, vi consiglio di realizzare un laghetto o una piccola cascata, ma la cosa importante sarà cercare di formare un “paesaggio nel paesaggio”, dove spicchino l’eleganza, la sinuosità, la serenità e l’essenzialità.

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Con riferimento alle piante e agli alberi, si potrebbe iniziare dagli aceri, dal bambù, dal ginepro e dallo Ginkgo biloba: se intendete creare un’entrata ad effetto, vi consiglio di collocare una pianta maschile abbastanza grande e a foglia caduca davanti all’ingresso, in maniera che il vostro ospite sia obbligato a chinarsi di fronte alla meraviglia del giardino zen.
Le piante femminili rigorosamente da fiore andrebbero posizionate lungo il sentiero e costituiscono il simbolo di una bellezza effimera e fragile, data dallo sbocciare e dal conseguente appassire di un fiore.
L’esistenza di così pochi elementi nel giardino zen permette un grande vantaggio, ovvero una manutenzione facile che richiede una saltuaria potatura ed una raccolta tempestiva di fiori e foglie secche, per lasciare sempre intatto un piccolo angolo di paradiso.

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