Come riconoscere le conchiglie

1/10 – Introduzione

Fin dai tempi antichi, le conchiglie sono riuscire ad affascinare l’uomo, e sono riuscite ad accompagnare l’evoluzione e la sua storia. Le conchiglie vengono raccolte nelle spiagge, e vengono utilizzate come ornamenti. Vengono coltivate per lo più per le perle, e anche per gustare le loro carni, che sono particolarmente morbide. Ma ci sono anche altri utilizzi, come, per esempio, la tintura delle stoffe di color porpora. In questa guida, ci concentreremo nello spiegarvi come riuscire a riconoscere le conchiglie. Incominciamo subito.
Non c’è bambino che, di fronte a una vongola o ad una tellina, resista alla tentazione di raccogliere il bivalve. I gusci di molluschi conservati, ben presto, diventano decine o centinaia e la passione iniziale, sfocia in puro collezionismo.

2/10 Occorrente

  • atlante macologico
  • internet
  • conchiglie
  • contenitore
  • cartellini

3/10 – La classificazione

Riuscire nella capacità di attribuire a una determinata conchiglia la sua specifica classe identificativa è sicuramente il passo principale da compiere per incominciare a riconoscerle in maniera sempre più approfondita. Chiaramente, essendo nelle prime fasi di conoscenza con esse, vengono definite come delle generiche “conchiglie”. In realtà, i molluschi, vengono comunemente ripartiti in sei grandi sottosezioni in base alle loro caratteristiche. Saper individuare la giusta classe, stabilendo se si ha tra le mani un bivalve od un chetone, permetterà di impiegare correttamente le tavole sistematiche per arrivare ad un’identificazione completa.

4/10 – L’identificazione della conchiglia

Una volta identificata correttamente la conchiglia, è bene inserire le nuove informazioni nella collezione. Munirsi di piccoli bigliettini di cartoncino, si può rivelare un’idea di grande aiuto. Basterà riportare su di esso tutte le caratteristiche provenienti dalla ricerca ed attaccarlo al fondo del piccolo contenitore che conterrà il mollusco. Questa operazione che richiede un po’ di tempo, costituirà un plus valore e permetterà di riconoscere la conchiglia ogni qualvolta si prenderà in mano. Sarà utile anche nel caso in cui si trovino delle nuove conchiglie, perché accelererà notevolmente la prima fase della ricerca.

5/10 – La Malacogia

La malacologia (o scienza delle conchiglie) individua sei grandi classi: gasteropodi e bivalve accolgono al proprio interno la maggior parte delle specie, mentre cefalopodi, scafopodi, aplacofori e placofori raggruppano un minor numero di esemplari. I gasteropodi sono diffusi in acqua marina, in acqua dolce e sul suolo terrestre. A questo immenso subphylum fanno infatti capo i molluschi in grado di spostarsi usando un piede carnoso e dotati di una conchiglia univalve dall’andamento conico o spiraliforme. Chiocciole, lumache di mare, patelle, abaloni e murex sono solo alcune delle famiglie di cui è composta questa classe.

6/10 – I Bivalvi

I bivalvi rappresentano il secondo macrogruppo ed accolgono al proprio interno più di 13.000 specie di molluschi, prevalentemente marini. Caratteristica peculiare di questa classe, è la divisione del guscio in due parti speculari, dette valve, dotate di una cerniera. Il mollusco vive al loro interno e, non avendo particolare motilità, trae il proprio sostentamento filtrando le particelle nutritive presenti nell’acqua. Fanno parte di questa categoria anche le cozze, le vongole, le telline, le ostriche, le capesante, i fasolari, i cannolicchi, i pettini di mare, i cardios e le gigantesche tridacne.

7/10 – I Cefalopodi

I cefalopodi, invece, comprendono specie sprovviste di conchiglia, come i polipi, le seppie ed i calamari. Caratterizzati da una forma simile ad una zanna, gli scafopodi sono composti da una singola conchiglia conica priva di accrescimento elicoidale. La classe degli aplacofori, accoglie molluschi con guscio tubolare simile ad un verme e sprovvisto di simmetria. I placofori, noti anche come chitoni, sono molluschi simili alle limacce (lumache terrestri senza guscio) pur essendo dotati di una conchiglia a carapace suddivisa in placche.

8/10 – L’approfondimento sulla tipologia

La prima preoccupazione, davanti ad una conchiglia sconosciuta, dovrà essere quella di inquadrarla all’interno della classe corretta. Se non presenta una forma desueta, il dilemma verterà tra conchiglia univalve o bivalve. Determinata l’eventuale presenza di una seconda valva o di una cerniera, ci si potrà dedicare ad una completa identificazione dell’ esemplare avvalendosi dell’aiuto di internet o di un atlante malacologico fornito di tavole sistematiche. Queste ultime risultano essere l’ideale se si conosce solo la classe dell’animale. Bisognerà confrontare la sagoma della conchiglia con le foto presenti sull’enciclopedia, verificando la presenza di spine, solchi, scanalature e cuspidi. Dopo aver trovata un’affinità visiva, si potrà procedere con altre ricerche per identificare famiglie e generi.
Eccovi un link utile: https://it.wikipedia.org/wiki/Conchiglia.

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10/10 Consigli

  • Imparate per prima cosa i macrogruppi: questo vi permetterà di inquadrare la conchiglia al primo sguardo

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