Come coltivare la robinia

1/5 – Introduzione

Il nome scientifico Robinia deriva da quello di Jean Robin, erborista vissuto nel Seicento alla corte di Enrico IV di Francia, che trapiantò questa leguminosa nell’Orto botanico di Parigi nel lontano 1636. Originaria del Nord America, ed in particolare degli Stati Uniti centro orientali, venne allora introdotta anche in Europa. Le sue dimensioni possono raggiungere livelli ragguardevoli (può infatti toccare i 25 metri). I fiori, normalmente bianchi o color crema, si presentano come dei grappoli ed hanno un profumo spiccato e gradevole. La più strana utilizzazione dei fiori di Robinia è quella che ne vede la trasformazione gastronomica in croccanti e profumate frittelle. Procediamo nell’enunciare come coltivare con successo la robinia.

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La robinia è fra le specie più generose e bisognose di minori esigenze, tanto da essere considerata alla stregua di una pianta infestante; essa, infatti, si propaga con estrema facilità e rapidità ed in pochi anni può formare gradevoli macchie arbustive o arboree che si accostano in modo assai decorativo alle betulle, ai faggi e a varie altre piante da giardino a foglia caduca. È opportuno annaffiarle ogni settimana con qualche secchio d’acqua, almeno durante la stagione più calda, malgrado sappia acclimatarsi in ambienti fresco umidi e tipicamente oceanici, ma anche in zone più calde ed aride.

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La concimazione deve essere somministrata durante l’autunno e la primavera, usando del fertilizzante organico in polvere; da aprile a settembre è consigliabile annaffiarle almeno una volta ogni mese con concime minerale completo da diluire in acqua. Per garantire alla robinia una vegetazione rigogliosa e fioriture abbondanti, è indispensabile procedere ad una decisa potatura alla fine dell’inverno, soprattutto nei primi anni di impianto.

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Le robinie possono essere allevate ad albero o a cespuglio secondo la loro utilizzazione. Sono piante ideali per risanare terreni sconnessi e frananti, dato che le loro radici si protendono velocemente intessendo una vera e propria rete che impedisce all’acqua delle annaffiature e a quella piovana di far slittare la terra verso il basso e di perdere di coesione. Riescono inoltre a migliorare sensibilmente il terreno e creano un sottobosco molto fitto. I fiori penduli compaiono nel mese di maggio; i frutti, che hanno l’aspetto di un vero e proprio legume, scuri e piatti e lunghi fino a dieci centimetri, restano attaccati ai rami anche per buona parte dell’inverno.

5/5 Consigli

  • È una pianta molto utile per consolidare i versanti collinari scoscesi e poco coesi

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