Come costruire un gruppo di continuità

1/7 – Introduzione

Il gruppo di continuità, denominato anche UPS (Uninterruptible Power Supply), è fondamentale per tutte quelle apparecchiature che non possono rimanere senza corrente, come quelle ospedaliere o i supermercati, anche in caso di disservizio della stessa rete elettrica, e in particolar per i PC per essere sicuri che non si perdano preziose ore di lavoro. Tramite questo dispositivo, è possibile avere a disposizione energia elettrica anche in caso di blackout, grazie a batterie sostitutive un inverter. Spesso negli UPS sono anche integrati sistemi per attutire gli effetti dei picchi di tensione che sono pericolosissimi per gli apparecchi elettronici. In questa guida, vi spiegherò come costruire un semplice gruppo di continuità.

2/7 Occorrente

  • Batteria
  • Prese
  • Alimentatore
  • Cavo elettrico
  • Pinze
  • Nastro isolante
  • Forbici plastificate

3/7 – La batteria tampone

La riserva di energia da cui il gruppo di continuità attinge è di solito formata da grosse batterie ricaricabili, molto simili a quelle in uso su auto e camper, ed in alcuni casi anche più grandi e potenti come quelle dei camion. Nel nostro gruppo, che serve solo per tamponare la mancanza di tensione per il tempo necessario per rimettere tutto in sicurezza, utilizzeremo una batteria da auto a 12V e 45Ah, ma niente ci vieta di sceglierne una più grossa, modificando anche però le caratteristiche dell’inverter da usare. La batteria deve essere connessa ad un sistema di carica con un sensore di tensione, quindi non un semplice trasformatore, ma un apparecchio impulsi che funziona solo quando la tensione scende, e che va tenuto attaccato fisso alla rete.

4/7 – L’inverter

La tensione a 12V della batteria da auto, però non può essere usata per mandare apparecchi a 220v in corrente alternata, e serve un dispositivo in grado di effettuare la conversione la DC/AC. L’inverter è il dispositivo che svolge questa unzione e si trova comunemente in vendita nei negozi per elettrauto e bricolage. Esistono moltissimi modelli differenti, ma trattandosi di un funzione specifica da ottenere con il massimo della sicurezza, dobbiamo sceglierne uno particolare. Di solito, infatti gli inverter hanno solo la porta di uscita AC e quella di ingresso DC, ma per il nostro caso ce ne occorre uno che sia predisposto ad un funzionamento da commutatore. L’inverter che ci serve, infatti deve essere dotato internamente del sistema di commutazione da rete a batteria. In questa maniera quando dovesse mancare la tensione di ingresso a 220V, il commutatore provvederà a mettere in funzione l’inverter.

5/7 – L’assemblaggio

Il sistema deve essere collocato in un contenitore ignifugo per materiale elettrico di dimensioni congrue, e che sia ben areato perché i dispositivi possono scaldare anche parecchio a seconda delle fasi del ciclo di carica, vicino all’oggetto che deve essere mantenuto attivo durante il blackout. La tensione di rete entra nella porta di entrata AC dell’inverter, mentre il dispositivo da proteggere va sulle porte in uscita AC. In condizioni di uso normali, l’inverter resta quiescente e la batteria se carica non consuma energia di rete. Quando la tensione di rete dovesse venire a mancare, il caricabatteria resta inattivo, ed il diodo di protezione montato in serie al terminale positivo impedisce che la batteria scarichi su di esso. Al tempo stesso la protezione interna dell’inverter lo avvia e la tensione in uscita resta costante a 220V anche se per un tempo limitato, che dipende dalla quantità di potenza richiesta dal nostro apparecchio.
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7/7 Consigli

  • Potrete rivestire il gruppo di continuità con materiale plastico per isolarlo.

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