Come curare il “mal secco” del limone

1/8 – Introduzione

In questa guida ci occuperemo di una malattia fungina che minaccia le piante, volgarmente conosciuta come “mal secco”. Questa fitopatologia si evidenzia soprattutto nel periodo autunnale, quando il clima umido e piovoso colpisce indistintamente rami, foglie e frutti degli agrumi, con particolare interessamento di limone, cedro e bergamotto. Decolorazioni ed ingiallimenti sono i primi tratti caratteristici mostrati dalle piante malate, che col passare del tempo manifestano anche la caduta delle foglie e la comparsa di numerosi polloni. All’interno di questa guida vedremo come curare il mal secco del limone, quali precauzioni prendere e come arginare il diffondersi dell’infezione.

2/8 Occorrente

  • cesoia affilata
  • reti frangivento a maglie fitte
  • trattamenti antifungini

3/8 – Genesi della patologia ed infezione epigea

Il mal secco generalmente è causato da un fungo parassita, noto come Phoma tracheipila. Questo piccolissimo micete, assolutamente temibile, attacca le piante attraverso le radici oppure agisce per via aerea, infiltrando le proprie spore (veicolate dal vento) nelle incisioni da potatura e nelle screpolature causate dagli agenti atmosferici. Le piante affette manifestano subito un classico ingiallimento dei rami più piccoli ed esterni, seguite da un lento ma inesorabile disseccamento. In questi casi, la prima operazione da effettuare è la rimozione delle aree malate, che al taglio appariranno dotate di una regione interna di colore rosa-salmone. L’infezione epigea è comunque facilmente arginabile poiché non procede con rapidità; quella che colpisce le radici, invece, è estremamente letale e cagiona la morte della pianta in poco tempo.

4/8 – Deperimento lento e rapido

Il conseguenziale essiccamento della pianta può rivelarsi più o meno graduale: qualora il fungo attacchi le radici, il deperimento si verificherà infatti nel giro di pochi mesi; se invece la malattia si propaga attraverso il legno, la pianta dapprima si deteriorerà in tutte le sue ramificazioni periferiche e, solo successivamente, anche a distanza di anni, essiccherà. Bisogna prestare dunque grande attenzione all’aspetto cromatico del vegetale, che attraverso gli ingiallimenti manifesta sia lo stato di sofferenza che la gravità della patologia.

5/8 – Sintomi tipici, prevenzione e prime cure

I sintomi che si evidenziano nella pianta sono diversi: caduta improvvisa e repentina delle foglie, disseccamento dei rami a partire dalle estremità, formazione di organismi simili a muffe ed ingiallimento del legno attaccato dal fungo. Tuttavia, fermare il propagarsi dell’azione del fungo è assai complicato. Come sempre, un’azione preventiva è la misura più efficace per evitare che il problema si diffonda e si estenda ad altre piante. La prima tecnica di prevenzione è l’installazione di frangiventi, seguita dal’impiego di rimedi fitoterapici antifungini, necessari in seguito ad eventi atmosferici come le grandinate. Di fondamentale importanza è evitare la lavorazione del terreno a metà autunno e metà primavera, potare solo a primavera inoltrata e limitare i concimi azotati.

6/8 – Stile di potatura ed uso di mastice e reti

E’ consigliabile pertanto interrare le piante in un terreno opportunamente drenato, poco incline a trattenere quell’umidità che, come abbiamo visto, rappresenta l’ambiente ideale per la diffusione del fungo. Allo stesso tempo, l’adozione di alcune premure in fase di potatura assicurerà alle vostre piante una protezione maggiore dall’infezione. Determinanti potrebbero rivelarsi l’impermeabilizzazione degli intagli con mastice, la copertura con reti frangivento a maglie fitte, la limitazione delle coltivazioni azotate ed il trattamento mirato del legno con prodotti rameici. Se si procede con la potatura, è inoltre consigliabile effettuare il taglio 30 centimetri sotto l’area rinsecchita e bruciare i legnetti ottenuti.

7/8 – Tipologia di terriccio ed annaffiatura

Procuratevi pertanto un terriccio di ottima qualità ed annaffiate e concimate al bisogno, senza esagerare, evitando che il terreno risulti intriso di acqua ed umidità. Nel periodo autunnale ed invernale spostate la pianta al riparo dagli agenti atmosferici e dagli sbalzi di temperatura. Nel periodo della potatura, infine, incidete con una cesoia affilata le piante, evitando lacerazioni o microfratture in cui le spore del fungo possano insinuarsi e propagarsi.

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