Come far rifiorire le orchidee

1/7 – Introduzione

L’orchidea appartiene alla famiglia delle Orchidacee: tra le numerosissime specie molte sono quelle che crescono nei climi tropicali e subtropicali, particolarmente interessanti per la bellezza e la magnificenza dei loro fiori, sovente profumati e ricercati per coltivazioni ornamentali, generalmente entro serre caldo-umide. Le orchidee, come quasi tutte le piante, hanno bisogno di cure per mantenersi sempre vitali e per non sfiorire: in questa guida vi spiegheremo come far rifiorire le orchidee senza pensare che la stessa pianta sia “esaurita”.

2/7 Occorrente

  • Vasi in plastica
  • sfagno
  • corteccia essiccata

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Sappiate che le orchidee non richiedono un particolare utilizzo di concime, pertanto la concimazione non è da ritenersi uno dei parametri importanti per la rifioritura. In ogni caso, per quel poco che la pianta necessita, ricordate che esistono specifici concimi per orchidee, ma possono essere usati anche dei semplici concimi per fiori e piante, prestando attenzione a non usarne eccessivamente perché potreste danneggiare le radici fino a bruciarle. Come per ogni pianta, la luce è l’artefice della fotosintesi che è vita per le piante, pertanto avrete cura di non esporre direttamente ai raggi solari le orchidee e soprattutto evitate di metterla su una finestra. Per far rifiorire le orchidee è’ molto importante che scegliate il giusto materiale per il substrato d’impregnazione, cioè il materiale che utilizzerete per assicurare un corretto grado di umidità.

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Utilizzate materiali che mantengano l’umidità con l’aiuto del vostro fornitore, scegliete in base al tipo di orchidee in vostro possesso. Preferite quindi corteccia di pino, fibra di cocco, in quanto ha una difficile decomposizione, polistirene, lava vulcanica, roccia macinata. Fate molta attenzione ai prodotti, perché non devono assolutamente essere impregnati di acceleranti per la combustione in quanto tossici per le orchidee. Uno dei materiali maggiormente usati per le orchidee è lo sfagno, un muschio leggero e permeabile a cui molti aggiungono del bark (pezzi di corteccia sminuzzati). Aiutate le vostre orchidee a rifiorire con l’acqua senza innaffiarle troppo altrimenti, cosi facendo, potreste arrecare un danno.

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La scelta del vaso è importante e quindi sono vivamente sconsigliati i vasi di terracotta perché, a mano a mano che la pianta cresce, avrà bisogno di essere svasata per essere trasferita in un vaso più grande. Utilizzate sempre vasi di plastica economici e pratici che mantengano il giusto equilibrio di umidità e impediscano che l’acqua evapori troppo velocemente. Ricordate che i sottovasi devono essere distanziati dal vaso perché la loro funzione non è quella di mantenere la riserva d’acqua ma di evitare che l’umidità si azzeri. Usate perciò del terriccio che possa distanziarli opportunamente. Quando le orchidee saranno cresciute e il vecchio vaso sarà piccolo procedete alla rinvasatura quando la pianta non avrà più fiori. L’acqua, i concimi e i sali minerali accumulati nel tempo rendono il composto acido e salato e tendono a bruciare l’orchidea, quindi fatelo ogni due o tre anni e non ogni primavera, altrimenti delle vostre belle orchidea rimarrà solo il ricordo. Vi accorgerete che le orchidee hanno ripreso il loro ciclo vitale quando spunteranno le prime gemme e sarà solo allora che riprenderete a innaffiare le vostre orchidee.

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7/7 Consigli

  • Ricordate che ogni tipo di orchidea ha bisogno di determinate cure
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