Come fertilizzare un autofiorente

1/6 – Introduzione

Le autofiorenti stanno rivoluzionando il mercato, perché apportano numerosi vantaggi, ma anche diversi problemi, soprattutto a chi non ha abbastanza esperienza.
Molti mi chiedono perché è necessario fertilizzare delle autofiorenti?
Tutte le piante usano la fotosintesi per sintetizzare il cibo dall’anidride carbonica e dall’acqua.
Gli elementi principali per dar luogo a tale fenomeno sono Azoto, Fosforo e Potassio.
Tuttavia sono essenziali anche altri elementi, come Calcio, Magnesio e i Solfoni.
Normalmente, tutti questi elementi, si trovano già sulla superficie del terreno, ma in un vaso o in un ambiente circoscritto, una carenza, anche di uno solo di questi elementi, porterebbe indurre un deficit di crescita, ossia la pianta si svilupperebbe meno, in notevole ritardo o addirittura non fiorire.
Poi, bisogna considerare anche, che piante diverse hanno diverse esigenze, quindi bisogna scegliere i composti in base al tipo di pianta e all’esigenza della stessa.
Per esempio, il Fosforo aiuta la crescita e la fioritura, il Potassio aumenta il vigore in generale, l’Azoto favorisce la crescita vegetativa, ecc.
Ma come fertilizzare un autofiorente?

2/6 Occorrente

  • Humus di lombrico

3/6 – Principi di base

L’elemento che limita maggiormente, in questo tipo di piante, è il breve periodo di crescita, la maggior parte delle autofiorenti, sviluppano in un arco di venti giorni. Qualsiasi carenza, che la pianta soffrirà in questo periodo, ne impedirà il corretto sviluppo, rimanendo troppo piccola o riducendone la produzione.
Una volta che la pianta ha fermato il suo sviluppo, anche se si risolve il problema, il tempo che impiega a recuperare è davvero lungo.
Anche un eccesso di fertilizzazione può provocare danni, in alcuni casi anche fatali.

4/6 – Fertlizzazione

Il modo migliore per ottenere risultati è iniziare dal vaso definitivo, utilizzando concime biologico misto.
Con L’humus di lombrico si va sempre sul sicuro, la concentrazione ideale è del 30%, non oltre o si rischia di bruciare le piante.
L’uso di altri fertilizzanti, potrebbe migliorare il rendimento, l’importante è alternare i fertilizzanti all’annaffiatura, in modo da evitare o limitare eventuali problemi dovuti a eccessi.
Per fortuna, problemi di accumulo di Sali, per queste piante, è praticamente nullo.

5/6 – Parassiti

Stesso discorso per insetti e parassiti. In un ciclo così corto, è consigliabile usare modi di contenimento non molto aggressivi, come insetticidi biologici leggeri, che per lo più, non eliminano tutti gli insetti, ma sono perfetti per queste piante. Con prodotti troppo aggressivi si rischia di provocare uno shock alla pianta e ucciderla.

6/6 – Raccolto

Consiglio di non fidarsi troppo delle indicazioni fornite con i semi. I Produttori, per ovvi motivi, tendono a indicare tempi più brevi del normale.
Conviene raccogliere all’incirca dopo cinquanta o sessanta giorni dalla fioritura.
In ogni caso, ci si può regolare osservando i tricomi con una lente d’ingrandimento, e decidere di conseguenza, il momento giusto.

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