Come pigiare l’uva in casa

L'uva è un frutto gustoso che ha diverse varianti, tonalità graduate causate dal terreno, dalla posizione e dalla cura della vigna che ogni agricoltore adopera per far risultare più buono e più bello il frutto.

Costanza e pazienza fanno in modo che i vigneti siano l’orgoglio di chi andrà a vendemmiare per raccogliere grappoli, che andranno sulle proprie tavole come frutto o come vino. Di fatto, pigiare l’uva in casa è un modo per scegliere, con attenzione, la tipologia di uva e per farne, di conseguenza, un fantastico e saporito vino. Vediamo insieme, nella guida che segue, come poter pigiare correttamente l’uva in casa.

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Scegliete l’uva

Il processo di sviluppo dell’uva è particolarmente laborioso e, per di più, necessità di tempi abbastanza lunghi per essere fatto in modo completamente corretto, nell’arco di diversi anni dopo vari passaggi di cure scrupolose, giunge la vera soddisfazione della raccolta. Il sapore varia in base alla tipologia del terreno, alla localizzazione della vigna ed, inoltre, dipende dalla composizione di minerali presenti nel suolo. Questo identifica una grande scelta di tipi, qualità e colori dell’uva. Sono stati realizzati degli elenchi che aiutano alla scelta personalizzata del vino in base ai propri gusti e alle proprie preferenze. L’esame importante viene effettuato dai sommelier che con scrupolosità e parecchia attenzione esaminano e individuano i pregi e/o i difetti della pigiatura, dei tempi di fermentazione e della gradualità.

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Levate i raspi dalla polpa

Pigiare l’uva in casa ha una componente di piacere, ma per chi non ha attrezzi adeguati, resta abbastanza difficoltoso gestire il tutto. La scelta verrà fatta sull’uva appena raccolta. Per prima cosa non bisogna, per nessuna ragione al mondo, lavarla perché in caso contrario la pelle perderebbe la parte di alcol. Il torchio è l’attrezzo che viene utilizzato per pigiare, ed è la vera fase di trasformazione da uva a vino. Risulta di fondamentale importanza levare i raspi dalla polpa e, durante la fase di lavorazione, bisogna aggiungere polverine di potassio che sono antisettiche e antiossidanti.

Controllate l’aria

Per essere buono, il vino deve stare per una decina di giorni a fermentare ed è importante ricordarsi di controllare l’aria, perché se non circola bene potrebbe essere pericolosa e alterare la fermentazione. È bene inoltre controllare la temperatura e la densità. Bisogna sempre ricordarsi che si parla di lavori seri ed artigianali e come ogni lavoro c’è chi con professionalità e pazienza lo fa per vivere e, dunque, capita spesso che buona parte delle responsabilità siano di quest’ultimo. Buon lavoro.

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Consigli

  • Non è solo pigiare il problema, ma anche capire i vari tempi di fermentazione.
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