Come salvare le succulente che stanno marcendo

1/5 – Introduzione

Chi ha il pollice verde probabilmente già conosce le cosiddette “succulente”, per chi invece è nuovo del settore, o si è avvicinato da poco al giardinaggio è importante sapere che per succulente non si intende un tipo di pianta commestibile, non si parla nemmeno di una aggettivazione, in realtà si ci riferisce alle semplici piante cactacee, che possono essere chiamate pure succulente dato che il loro pregio è quello di poter sopravvivere pure in ambienti aridi per lungo tempo senza necessitare di apporto di acqua, considerando che in ogni caso sono vegetali, riescono a sopravvivere comunque grazie alle grandi e forti piogge improvvise che generalmente avvengono nei luoghi aridi, anche se per tempi brevissimi. In alcuni casi è possibile che senza accorgercene apportiamo un quantitativo d’acqua eccessivo alla nostra pianta cactacea provocandole un effetto opposto a quello che volevamo darle, ovvero la morte. Il rischio per questo tipo di piante è quello di marcire se le stesse sono lasciate in determinate condizioni ambientali, che per loro natura non riescono a sopportare a lungo. In questa occasione vedremo quindi come salvare le succulente che stanno marcendo. Detto ciò non mi rimane altro che augurarvi buona lettura e buon lavoro.

2/5 Occorrente

  • Coltellino affilato
  • carta assorbente
  • substrato per piante grasse

3/5 – Evitare i ristagni dell’acqua

Quel che le piante grasse non sopportano proprio è il ristagno dell’acqua, che potrebbe esser causato non solo da eccessive innaffiature, ma anche da una scelta errata del substrato. Infatti se il terreno è troppo compatto impedisce alle loro delicate radici di respirare. In tali condizioni, anche in breve tempo, le muffe intaccano la pianta dall’interno, che marcisce (diventando una massa molle e puzzolente) e muore. Se riuscite ad accorgervene in tempo però c’è una possibilità di salvarla, vediamo come.

4/5 – Tagliare la parte marcia della pianta

Prendete un coltello pulito ed affilato e praticate alla pianta un taglio netto, per recidere almeno 1 cm. Al di sopra della parte putrefatta; mi raccomando, eliminate tutta la zona marcia e fate attenzione a lasciare solo la parte sana della pianta grassa. Per verificarlo guardate i tessuti interni: se notate ancora delle zone molli e scure dovrete tagliare ulteriormente. Una volta ricavata una parte sana (ossia una talea) adagiatela su carta assorbente in un luogo asciutto ed aerato e lasciatela riposare per una settimana.

5/5 – Ripiantare la parte sana in un nuovo substrato

Passata la settimana potete piantarla, mi raccomando di farlo in un substrato adatto, diverso da quello della pianta marcita. Pian pianino emetterà le sue piccole radici e tornerà a svilupparsi. In ogni caso esistono dei trattamenti con prodotti specifici per prevenire l’attacco dei funghi: provate a chiedere al vostro negozio di fiducia degli anticrittogamici (fungicidi), di preferenza sistemici, ossia che agiscono penetrando nei tessuti della pianta.

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