Come strutturare un impianto elettrico domestico

1/4 – Introduzione

Tra le più grandi conquiste degli ultimi 200 anni, una delle più importanti è quella dell’elettricità. E forse si tratta della più rilevante in assoluto. Grazie all’elettricità si poterono sviluppare in modo esponenziale le maggiori tecnologie del secolo scorso. La diffusione di tale energia in ambito domestico fu una grande conquista per i popoli. Oggi, ogni abitazione possiede un impianto elettrico. Grazie ad un contatore, è possibile distribuire la corrente in ogni stanza. Per avere questi risultati è necessario strutturare in modo preciso e meticoloso un impianto. Ma come svolgere questo lavoro? Naturalmente è necessaria dell’esperienza nel campo e dimestichezza con gli strumenti del mestiere.

2/4 – Studiare la planimetria dell’appartamento

Come prima cosa consultiamo la planimetria dell’abitazione. La distribuzione dei punti luce dipenderà anche dal tipo di arredamento che vorremo installare. Il posizionamento di mobili ed elettrodomestici giocherà un ruolo nella scelta dei punti luce e delle prese. In cucina, per esempio, ne serviranno diverse. Consigliamo di installarne almeno una per ogni elettrodomestico in uso. È necessario scegliere il tipo di presa più adatta agli apparecchi in commercio nel nostro paese. In Italia si utilizza la presa di tipo C, la presa di tipo F e quella di tipo L. La più comune è la presa italiana a tre fori. Tuttavia si diffonde rapidamente anche la presa schuko a due contatti.

3/4 – Scegliere la soluzione più adatta

Ci sono due tipi di impianti, che si differenziano per costi ed estetica. Tuttavia assolvono la stessa funzione. L’impianto incassato è sicuramente quello più costoso. Ha però il grande vantaggio di nascondere tutti i fili e i cavi. È consigliabile per le strutture in costruzione o durante le fasi di ristrutturazione. Per una manutenzione improvvisa, l’ideale risulta l’impianto con canaline a vista. Saranno visibili i collegamenti, ma non saranno necessari interventi murari. Il costo, inoltre, sarà notevolmente più basso. In un impianto elettrico domestico c’è un punto di consegna della corrente, dove si installa un contatore e un limitatore di corrente. Ciò serve ad impedire prelievi superiori a quelli stabiliti per contratto con l’ente erogatore.

4/4 – Adottare le misure di sicurezza

Questo interviene anche in caso di sovraccarico o di un cortocircuito. Sulla tavola del gruppo di misura si trovano i morsetti della fase del neutro. Da qui la corrente passa al quadro di distribuzione dell’utente, che deve avere per legge un interruttore generale. Quest’ultimo è munito di un dispositivo di distribuzione, attraverso il quale la corrente giunge ai diversi circuiti della casa. Contiene dei sensori magnetici e termici che, in caso di cortocircuito o di sovraccarico, fanno scattare l’interruttore e interrompono il passaggio di corrente, impedendo ai conduttori un surriscaldamento tale da poter provocare un incendio. Gli interruttori automatici dotati di alta sensibilità che intervengono anche su correnti minime si chiamano salvavita.

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