Lavorazione del bronzo: fusione e laminatura

1/4 – Introduzione

L’uso di bronzo risale a più di 5000 anni fa. Questo importante metallo è una lega composta da rame e stagno in proporzione che varia leggermente, ma può essere normalmente considerata in nove parti di rame e una di stagno. Altri ingredienti che si trovano talvolta sono più o meno accidentale. Il risultato è un metallo di colore marrone dorato in grado di essere lavorato a colata, ovvero un processo poco applicabile alle sue parti componenti, ma particolarmente ideale per il bronzo, la cui densità e la durezza permette di adattarsi a qualsiasi stampo. Il processo di fusione è la tecnica più primitiva ed impiegata nel corso dei secoli, essendo stata descritta anche dal monaco Teofilo e da Benvenuto Cellini. A questo processo si aggiunge anche la laminatura, ovvero una lavorazione che dona al bronzo la particolare doratura che lo contraddistingue.

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Come già accennato, il bronzo è una lega che si compone principalmente di rame come elemento base ed altri metalli, che possono variare dall’alluminio al nichel e allo stagno, anche se quest’ultimo è il più utilizzato. Lo stagno va aggiunto circa al 9%, ed è ideale per ottenere una fusione dalla quale è possibile ricavare altre leghe molto resistenti e duttili, sia per le capacità meccaniche che anti-corrosive.

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Le leghe di bronzo grazie a questi componenti metallici aggiunti, si prestano per essere laminate ma anche forgiate, stampate e perfino trafilate, fino ad ottenere del filo molto spesso, utile per diversi usi tecnici e commerciali. Il bronzo che troviamo in commercio, contiene a seconda dell’uso fino al 3-5% di stagno, mentre a livello industriale si arriva a produrre bronzi, con il 30% di stagno. Le industrie, con opportuni accorgimenti, ne modificano ulteriormente la caratteristica strutturale, aggiungendo altre sostanze chimiche come il fosforo che serve per disossidarlo e nel contempo anche irrobustirlo.

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Questo accorgimento, infatti consente di ottenere dei granuli che vanno ad addensarsi sui bordi delle piastre di bronzo, favorendone il taglio e con la laminazione sottile che avviene a caldo, funge da catalizzatore per ammorbidirlo ed ottenere lo scopo. Infine, molte aziende, soprattutto quelle che effettuano la cosiddetta laminazione sottile, ovvero ridurre il bronzo a fogli simili a quelli dell’alluminio per alimenti, utilizzano lo zinco che oltre a renderlo morbido, elimina anche l’ossido naturale presente in tutti i componenti e soprattutto nel rame.

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